Un grande simbolo per una grande storia: la celeberrima Guida Michelin riparte con le prove tavola e rimette in moto un settore, quello turistico e, in questo caso, il turismo «gastronomico», che ha grandi potenzialità ma che sta soffrendo più di altri le conseguenze dell’emergenza Coronavirus.
Il comparto del turismo necessita di ripensare il suo futuro in chiave di progettualità strategica, capacità competitiva e valorizzazione delle eccellenze. La storia della Guida Michelin può aiutarci a disegnare una delle possibili direzioni da seguire.
Iniziamo con una notizia: il 10 giugno sono iniziate le prove tavola degli ispettori della Guida Michelin post lock down.
Notizia da poco? Notizia solo per appassionati gourmet? Direi di no, si tratta di una notizia “golosa” non soltanto per il comparto della ristorazione, ma per l’economia di un intero settore, quello turistico.
Lo so, l’affermazione può sembrare esagerata ma forse pochi sanno che la Guida Michelin diffusa in oltre 30 paesi del globo “guida” gli spostamenti dei turisti con una buona capacità di spesa che, interessati ad esperienze gastronomiche certificate da professionisti del settore, scelgono tra i ristoranti selezionati dagli ispettori della Rossa.
Un po’ di storia
In realtà la Guida Michelin nasce in Francia nel 1900 da una felicissima, ed oserei dire lungimirante, intuizione dei fratelli André ed Edouard Michelin. L’obiettivo era di pubblicare una guida che rendesse i viaggi degli automobilisti dell’epoca meno avventurosi ed incerti, fornendo tutte le informazioni utili: dove riparare l’auto, dove effettuare rifornimento, dove trovare una stazione di posta, ma non c’era traccia di ristoranti. Si voleva all’epoca – ma ancora oggi la missione dell’azienda non è mutata – contribuire alla diffusione ed al miglioramento della mobilità con l’idea che tanto più si sarebbe diffusa l’automobile tanti più pneumatici si sarebbero venduti. Negli anni, poi, si sono aggiunte anche altre informazioni e, tra queste, i punti di ristoro.
L’affidabilità della #GuidaMichelin è proverbiale: gli alleati sbarcati in Normandia nel 1944 avevano in tasca una copia della Guida per la qualità topografica delle piantine delle città Share on XIn Italia la Guida arriva nel 1956 e la prima edizione si intitolava “Dalle alpi a Siena”. (maggiori informazioni sulla storia della Guida Michelin )
La Guida Michelin vince nel mondo
Ma qual è la formula vincente? La Guida Michelin è l’unica al mondo ad avere gli stessi criteri di classificazione e un metodo definito per tutte le edizioni, il che garantisce uniformità di giudizio tra tutte le edizioni: Giapponese, italiana, tedesca… Cinese.
La formula della #GuidaMichelin - criteri di classificazione omogenei per tutto il mondo, simbologia comprensibile per chiunque, serietà degli ispettori Share on XInoltre tutti i ristoranti in guida sono classificati con i simboli, tra i quali le famose stelle Michelin. I simboli rendono la Guida leggibile per tutti i turisti indipendentemente dalla lingua, mentre l’uniformità di giudizio rappresenta una garanzia per il lettore che potrà aspettarsi a parità di simbolo la stessa qualità. Per farla breve un ristorante stellato di Torino e un ristorante stellato di Chicago offrono la qualità necessaria per ricevere il prezioso simbolo nella stessa misura.
L’impatto sul turismo della Guida Michelin
Ma per tornare alla mia affermazione, relativa all’importanza della Guida Michelin per l’intero settore turistico, mi rendo conto che quanto detto potrebbe non bastare. Quello che può convincere sono i dati derivanti da uno studio condotto da JFC, una società di Bologna, che ha misurato l’impatto del turismo gourmet – chi viaggia spinto dal desiderio di andare a provare i ristoranti stellati – sul territorio.
Lo studio, effettuato nel 2018, afferma che le ricadute economiche generate Italia dal turismo gourmet sono superiori ai 300 milioni di euro. Questa cifra è al netto dei conti pagati nei ristoranti. Infatti il 74% di questi viaggiatori provenivano dall’estero, quindi con necessità di alloggio e con il desiderio di capitalizzare il viaggio per provare una buona tavola investendo tempo e ulteriori risorse per scoprire il Belpaese.
Ma non è tutto. Da un estrapolazione effettuata da uno studio della stessa società nel 2019 si è ricavato che il valore di spesa per l’indotto generato dai ristoranti Bib Gourmand (i ristoranti che sono segnalati nella Guida Michelin con l’Omino che si lecca i baffi e nei quali si può consumare un pasto al miglior rapporto qualità prezzo con una spesa di 35 euro) è di oltre 266 milioni di euro. Sempre lo stesso studio ha poi misurato che il 78% che degli avventori di questo genere di ristoranti acquistano poi prodotti del territorio e il 43% vini locali. In poche parole questa categoria di ristoranti, con una cucina semplice connotata dall’utilizzo di materie prime del territorio ma allo stesso tempo curata e più accessibile da un punto vista economico, svolge anche un ruolo, volendo prendere a prestito un termine dal marketing, di influencer. Infatti, i clienti di questi ristoranti non di rado si informano sulla provenienza dei prodotti e dei vini per poi recarsi ad acquistarli tenuto conto che probabilmente si trovano non lontano dal locale.
Per terminare, a dare ulteriore valore alla mia affermazione, sono i risultati di uno studio condotto da Ernst &Young del 2019 che ha sondato le abitudini di viaggio di 2540 frequent travellerers francesi, tedeschi, inglesi, americani (US), giapponesi e cinesi, con un reddito netto famigliare superiore a 4000€ al mese
Il 57% degli intervistati ha affermato che sarebbe disposto ad allungare il soggiorno se la destinazione offrisse una scelta di ristoranti stellati Michelin e il 61% ha affermato che a parità di offerta la presenza di una Guida Michelin risulta decisiva per la scelta della destinazione.
Questi dati ci consentono di effettuare qualche considerazione
La presenza su un dato territorio di una ristorazione di qualità rappresenta una grande fonte di attrazione per i turisti con buona capacità di spesa ed è quindi strategicamente importante per il territorio. La Guida Michelin rappresenta una vetrina internazionale che offre una grande visibilità alle eccellenze gastronomiche dei 30 paesi in cui è presente. Se aggiungiamo che l’edizione italiana è la seconda edizione per numero di ristoranti stellati, va da se che per questo tipo di turista il nostro paese rappresenta una meta da non poter perdere e tra le regioni italiane spicca il Piemonte al secondo posto sia per il numero di ristoranti stellati che per numero di ristoranti Bib gourmand.
La presenza su un dato territorio di una ristorazione di qualità rappresenta una grande fonte di attrazione per i turisti con buona capacità di spesa ed è quindi strategicamente importante per il territorio #Guidamichelin Share on X
Arrivati a questo punto della lettura forse un’idea più precisa sull’interesse che ha la notizia che ho dato in apertura ce la siamo fatta.
Ecco perchè dal mio punto di vista la riapertura dei ristoranti è una notizia importante, La Guida Michelin 2021 uscirà in autunno e ci dirà qual è lo stato dell’arte della ristorazione nel nostro Paese, nel frattempo sul sito https://guide.michelin.com/it/it aggiorniamo la lista dei ristoranti stellati che stanno riaprendo.
Buon viaggio e buon appetito a tutti!