C’è una parola scomparsa nella nebbia dell’indifferenza e del livore di questi tempi: responsabilità. Ogni giorno ne rileviamo un piccolo segnale: nessuno che si faccia carico di scegliere, di prendersi cura di una decisione o, peggio ancora, degli altri. Invece, oggi, dobbiamo impegnarci tutti per farla riemergere con convinzione nella nostra Torino e nella nostra Italia. Per questo abbiamo pensato il progetto “Futurabile”, che giovedì 16 maggio torna al Palazzo a Vela. Perché non bisogna nascondersi dietro gli alibi e allargare le braccia.
Responsabilità: sì, possiamo fare molto.
Concludo, dopo un triennio, il mio mandato alla guida del Gruppo Giovani Imprenditori (GGI) di Torino con un filo ideale che ci lega a quanto accadde cinquant’anni fa sotto la Mole. Nel 1969 il primo Consiglio direttivo del GGI dell’Unione Industriale di Torino, guidato dal presidente Enrico Salza, Renato Altissimo e Renzo Vallarino Gancia, si fece promotore di uno studio realizzato dal Centro Einaudi. In quel periodo difficile si era nel pieno della contestazione. Il volume – «Una politica per l’industria» – sollecitava una riforma del sistema associativo industriale centrata su una ridefinizione del ruolo dell’imprenditore nella società italiana: più attento al territorio, più corresponsabile.
La responsabilità e le nostre 23 parole
Da quell’esperienza, e dal senso di responsabilità dei giovani industriali torinesi, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria si diffuse a livello nazionale. Adesso intendiamo raccoglierne l’eredità in un momento altrettanto complesso in cui è però opportuno guardare al futuro. Abbiamo predisposto uno studio con 22 “parole chiave” per Torino (come il numero di presidenti che si sono alternati da allora a oggi). Lo presenteremo al Palazzo a Vela con entusiasmo, con un titolo a sorpresa. Soprattutto, con la “parola chiave” numero 23 (“Futuro”, nel senso di “futurabile” con uno spazio bianco che starà a ciascuno di noi scrivere con passione, a ciascuno per quanto di sua responsabilità, anche piccola).
Non solo operazione di smalto
Responsabilità. Sì, ci sta a cuore una nuova idea di responsabilità sociale. Autentica. Che non sia soltanto una operazione di smalto, ma un modo effettivo di poter incidere civicamente con le nostre imprese sulla nostra società. Non si tratta di un manifesto, ma di un messaggio positivo e costruttivo. Perché siamo tutti consapevoli del valore reale e vitale della nostra splendida Città. Che non deve ripiegarsi su stessa, ma guardare lontano grazie alle sue abilità. Abituandosi a rispondere sì, perché questa è cultura del futuro.